Informazioni importanti sulla situazione attuale del settore del recruitment arrivano dall’indagine ‘State of the Industry Barometer’ condotta dall’ECSSA, la Federazione Europea che riunisce le associazioni europee delle società di ricerca e selezione ed head hunting e che conta sulla partecipazione, e quindi sui dati, di 7 Paesi membri, ovvero Francia, Germania, Italia, Belgio, Spagna, Regno Unito e Lussemburgo.
Ebbene, il barometro europeo stilato dall’ECCSA non è mai stato così alto, a partire dalla sua istituzione nel 2010: il suo valore, infatti, è arrivato a 37,7 punti. Questa cifra nasce dall’integrazione di due fattori qualitativi, ovvero dalla percezione della situazione attuale così come è sentita dai reclutatori e dalla stima sugli andamenti a breve termine. Il barometro, quindi, è uno strumento prezioso per chiunque sia interessato a prevedere l’andamento del mercato del lavoro.
Il barometro sullo stato del settore nei 7 Paesi a fine 2017 si è presentato molto alto, nonostante i valori di Italia, Belgio e Germania siano diminuiti rispetto a quelli di marzo 2017.
A trascinare l’aumento, dunque, sarebbero stati Francia, Spagna e Lussemburgo. I professionisti intervistati si dichiarano ottimisti per il futuro, con il 70% dei recruiter italiani a prevedere un deciso aumento delle prestazioni lavorative nel prossimo trimestre. Come si diceva, però, restano delle zone grigie.
Come si può leggere nel report ECCSA, «tra i mercati presi in esame, è in Italia che il clima economico è peggiorato maggiormente». Il 31% delle società di recruitment si dichiara insoddisfatto dell’attuale andamento dell’attività, anche se va precisato che una fetta simile di intervistati ha dichiarato anche che il volume degli affari è stato superiore alle aspettative.
A fronte di questi dati sulla situazione attuale e sui mesi passati, però, il 69% delle aziende di ricerca e selezione del personale considera positive le prospettive future – di contro ad un 8% di intervistati che prevede invece un peggioramento.
«Di certo non si può ancora parlare di una situazione ottimale, ma non c’è dubbio che queste prime settimane del 2018 abbiano portato nuova linfa al mercato del lavoro» ha dichiarato Carola Adami, fondatrice e CEO della società di recruitment Adami & Associati (www.adamiassociati.com), aggiungendo che «gennaio ha per esempio visto l’affermarsi di una marcata ricerca di addetti nel settore del turismo, del commercio e del marketing».
«In linea con quanto successo in passato, non ci sono particolari difficoltà nel selezionare candidati idonei nel mondo della ristorazione e del turismo» ha spiegato la head hunter, precisando però che «la ricerca si fa più ardua quando si parla di tecnici operai specializzati di altri settori, come per esempio i tecnici dei rapporti con i mercati e i meccanici montatori e manutentori».
In determinate aree del mercato del lavoro italiano, dunque, il mismatch tra domande e offerte di lavoro si fa particolarmente acuto.
A confermarlo c’è del resto anche l’ultimo Bollettino del Sistema informativo Excelsior, realizzato da Unioncamere in collaborazione con ANPAL, che vede più di 1,2 milioni di rapporti di lavoro da avviare entro marzo 2018, con il Nord Ovest a farla da leone con circa 390mila ingressi in azienda.
I dati sono dunque positivi, ma sono macchiati da un mismatch che arriva in media al 25%, e una tale difficoltà di reperimento non può che frenare il mercato del lavoro, e dunque anche le aziende italiane
L’articolo Mercato del lavoro italiano 2018, c’è ottimismo proviene da Unione Geometri.
Autore: Mauro Melis
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