Il tempo passa, le mode cambiano, la tecnologia corre… e qualcosa, invece, resta fermo.

I vizi sono molto facili da prendere, ma altrettanto difficili da rimuovere. il progettista ne ha molti, primo tra tutti la scusa del “Si è sempre fatto così”. Quante volte l’avremo sentita questa frase. In ambito tecnico-scientifico viene definita inerzia mentale, ovvero l’incapacità di accettare la validità di nuove idee. Eppure, la freschezza di idee è linfa vitale per un’azienda. Molto spesso nascono idee nuove e interessanti, ma mancano gli strumenti necessari al loro sviluppo. Il raggiungimento di determinati obiettivi può essere frenato dalla paura di intraprendere una strada poco battuta. L’ufficio tecnico si è dotato di sistemi informatici, per agevolare il lavoro della progettazione; ad oggi sempre più aziende scelgono di installare infrastrutture per una migliore gestione della documentazione tecnica. Tuttavia, qualcosa ancora manca.

Strumenti per lo sviluppo prodotto

Investire su strumenti progettuali non è solo un modo per “agevolare” o rendere più “semplice” il lavoro del progettista, ma fornisce la possibilità all’azienda stessa di raggiungere determinati obiettivi, altrimenti impossibili. Prima di tutto un notevole risparmio economico sulla fase di sviluppo di un nuovo prodotto. Ad esempio, la simulazione ad elementi finiti è uno strumento in grado di stimare il comportamento sia termico che meccanico, di un nuovo componente senza dover realizzare prototipi costosi, oppure per comprendere meglio la causa del cedimento dei propri prodotti e apportare le dovute modifiche. Il tutto attraverso una metodologia obiettiva che evita di avviare processi inefficienti come il tipico Trial-and-Error, ovvero Prova-e-Sbaglia.

Un altro vizio può essere visto dal lato positivo: i giovani progettisti, ormai abituati a lavorare con determinati strumenti, si possono trovare in difficoltà nell’esprimere appieno il loro potenziale, in assenza di strumenti adeguati alle loro capacità. L’azienda potrà solamente giovare dallo sviluppo di idee innovative, con target sempre più elevati. Questo vizio può essere uno spunto per l’azienda per scoprire nuove aree di business, in precedenza non considerate a causa della limitata possibilità offerta dai propri strumenti.

Che i vizi dei propri progettisti siano buoni o cattivi non ha importanza, se alla base ci sono idee innovative, strumenti adeguati. Con essi l’azienda potrà veramente dare una svolta alla propria immagine.

L’articolo Anche il progettista perde il pelo, ma non il vizio sembra essere il primo su Il Progettista Industriale.

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Autore: Alessandro Garnero

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