Negli ultimi anni, anche in una fase di crisi occupazionale, il mercato del lavoro si è rivelato ricco di opportunità per i laureati in ingegneria. Un tasso di disoccupazione quasi a livelli “fisiologici”, le retribuzioni superiori rispetto agli altri laureati, il rapido inserimento nel mondo del lavoro sono tutti fattori che rendono la laurea in ingegneria tra le più appetibili dai giovani, tanto che i corsi di laurea attinenti alle materie ingegneristiche risultano in Italia la principale scelta dei giovani che si iscrivono all’università.

E’ bene evidenziare tuttavia che la situazione non è del tutto omogenea tra i vari indirizzi di laurea ed anzi, si rilevano anche alcuni elementi di criticità per alcune categorie come, ad esempio, gli ingegneri civili. Ma per altre categorie il mercato si rivela particolarmente florido a tal punto che, in certi casi, l’offerta di laureati non è sufficiente a coprire l’intera domanda da parte delle imprese.

E’ il caso ad esempio dei laureati in ingegneria elettrica che, pur costituendo una minima parte dei laureati magistrali in ingegneria (nel 2017 appena il 2,4%), sono ricercatissimi sul mercato a tal punto che, in molti casi, le aziende interessate vanno addirittura a reclutare i migliori profili direttamente negli atenei prima ancora del conseguimento del titolo di laurea.

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La laurea in ingegneria elettrica sta riscuotendo un crescente interesse; il numero di laureati è quasi raddoppiato in pochi anni, passando dai 279 del 2010 ai 531 del 2017 e la percentuale sul totale dei laureati magistrali in ingegneria è aumentata dall’1,6% al 2,4%.

Sono 17 gli atenei italiani che all’interno della propria offerta formativa hanno inserito un corso di laurea in Ingegneria elettrica, ma quasi la metà dei laureati proviene da soli 4 atenei: Politecnico di Milano (che risulta il principale centro formativo di ingegneri elettrici con 82 laureati nel 2017), Università di Padova (61 laureati), di Bologna (58 laureati) e Politecnico di Torino (56 laureati).

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I laureati in ingegneria elettrica impiegano poco tempo a trovare lavoro tanto che il loro tasso di disoccupazione è tra i più bassi se confrontato con quello delle altre tipologie di ingegnere: ad un anno dalla laurea è pari ad appena il 3,6%, un valore che può definirsi “fisiologico”, a fronte dell’8,2% rilevato, sempre ad un anno dalla laurea, tra tutti gli ingegneri.

I dati sulle assunzioni delle imprese confermano che si tratta di un profilo molto ricercato sul mercato del lavoro: già solo il numero di assunzioni per la professione di ingegnere elettrico (pari nel 2017 a 1.455 assunzioni) è circa tre volte superiore al numero di laureati usciti dall’università nello stesso anno. Evidenziando il fatto che i dati si riferiscono alle assunzioni per professione e non per indirizzo di laurea e che, pertanto, al valore indicato andrebbero aggiunti i laureati in ingegneria elettrica che sono stati assunti per mansioni diverse da quelle specifiche dell’ingegnere elettrico, appare evidente come la domanda per tali laureati sia decisamente molto elevata.

Ed anche i dati relativi al primo semestre 2018 confermano, ed anzi rafforzano, il trend positivo: nei primi sei mesi dell’anno le assunzioni per la professione di ingegnere elettrico sono state infatti già 974, pari a circa i due terzi delle assunzioni dell’intero anno precedente.

Oltre alla quantità di opportunità lavorative, gli ingegneri elettrici godono infine anche di condizioni contrattuali più favorevoli, soprattutto se rapportate agli altri laureati, dal momento che per il 60,2% dei contratti stipulati nel 2017 si tratta di assunzioni a tempo indeterminato.

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Autore: Mauro Melis

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