In Italia l’industria metalmeccanica produce ricchezza per circa
100 miliardi di euro ed esporta beni per 200 miliardi. Il nostro
paese è il secondo in Europa dopo la sola Germania. Molte sono le
lavorazioni dei metalli e grande è la varietà delle macchine
impiegate, tra cui le fresatrici, i torni, le saldatrici e le
macchine di pressofusione.
L’industria metalmeccanica è quel ramo industriale che si occupa della lavorazione dei metalli utilizzando i prodotti semilavorati dell’industria metallurgica per ottenere prodotti finiti. Un settore che trasmette l’innovazione tecnologica a tutte le branche dell’industria e agli altri comparti dell’economia.
La metalmeccanica comprende non solo la costruzione di tutti i tipi di veicoli quali automobili, aerei e navi, ma anche la “meccanica strumentale”, ossia la produzione di macchine e impianti destinati a vari settori produttivi (macchine tessili, agricole, da cantiere o gli impianti di fabbrica).
Molte e variegate sono le lavorazioni dei metalli e grande è la varietà delle macchine impiegate.
A monte la principale distinzione da farsi è tra lavorazioni meccaniche per assemblaggio, per asportazione truciolo e lavorazioni meccaniche per deformazione della lamiera. Per quanto riguarda quest’ultime si individuano ulteriormente tre gruppi di operazioni: formatura, sagomatura e assemblaggio. La formatura trasforma il pezzo sagomato in un oggetto tridimensionale e la sagomatura conferisce il contorno al foglio di lamiera. Per entrambe le azioni di individuano tre procedimenti: stampaggio, taglio, e piegatura.
Lo stampaggio conferisce una deformazione permanente al metallo e
si può realizzare, ad esempio, con macchine di pressofusione: un
procedimento di colatura del metallo sotto pressione all’interno di
due semistampi chiamati “conchiglia”. Un metodo, questo,
che consente di produrre pezzi di metallo velocemente e in grandi
quantità. Molto usate anche le forgiatrici, che tramite la pressione
molto alta di due semistampi conferiscono la forma al pezzo
incandescente.
Il taglio, invece, può essere eseguito con la cesoiatura o con
tecniche più avanzate e senza utensili, come il taglio laser e il
taglio a getto d’acqua. Esiste poi l’ossitaglio, o taglio al
plasma, in grado di tagliare spessori consistenti (oltre i 130
millimetri) e che impiega un gas come fonte di energia.
La piegatura, infine, consiste nel realizzare pieghe rettilinee e parallele su pezzi di dimensioni anche medio-grandi e si esegue con delle presse piegatrici. Queste ultime, a loro volta si dividono in pressopiegatrici idrauliche (che funzionano mediante pistoni idraulici) e meccaniche (azionate da un sistema biella-manovella).
Esiste poi la lavorazione per asportazione di truciolo, che comprende le fresatrici (per rimuovere materiale con un utensile di fresatura che ruota ad alta velocità attorno al proprio asse) e i torni, in cui il pezzo di lavoro viene fissato tra il mandrino e la controtesta e fatto roteare a velocità costante per poi essere elaborato con un utensile. Appartengono a questo tipo di lavorazione anche i trapani, le seghe e le rettificatrici (che rimuovono particelle minuscole dalle superfici piane).
Per assemblaggio si intende invece i processi per unire i metalli,
il più comune dei quali è la saldatura. I processi di saldatura
più usati, attualmente, sono quello ad arco sotto protezione
elettrica e quello a gas. Altri metodi di assemblaggio sono la
rivettatura e l’incollaggio.
Se interessati ad approfondire ulteriori aspetti del mondo della metalmeccannica e del funzionamento dei macchinari impiegati nelle varie lavorazioni vi invitiamo alla lettura di Makinews un accurato blog di approfondimento industriale.
L’articolo Le macchine industriali nel settore metalmeccanico proviene da Unione Geometri.
Autore: Mauro Melis
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