Il Dott. Giovanni Salmistrari, componente del Comitato di Presidenza Ance, che ha guidato la delegazione associativa, ha ricordato in premessa i passaggi del lungo e complesso iter realizzativo dell’opera, evidenziando che allo stato attuale l’opera ha raggiunto il 94% dello stato di avanzamento e la conclusione dei lavori è prevista nel 2021. Per completare i lavori complementari restano da realizzare circa 800 milioni di euro di opere.

Al riguardo, il Governo è intervenuto, quindi, con il decreto legge “Sblocca cantieri (DL 32/2019 art. 4, co. 6-bis) prevedendo la nomina di un Commissario straordinario incaricato di sovraintendere alle fasi di prosecuzione dei lavori del sistema MOSE di Venezia. Il Commissario può assumere le funzioni di stazione appaltante e opera in raccordo con la struttura del Provveditorato interregionale.

Da ultimo, le eccezionali piogge delle ultime settimane e la
devastazione che ha colpito la città di Venezia e il suo
inestimabile patrimonio culturale il 12 novembre scorso hanno
dimostrato l’urgenza di completare l’opera al più presto per
difendere la laguna dalle maree.

Di fronte all’estrema lentezza delle procedure, il Dott. Salmistrari ha evidenziato l’apprezzamento dell’Associazione per la scelta del Governo di prevedere un Commissario straordinario che possa concretamente velocizzare e concludere i lavori e sbloccare anche tutti gli altri interventi, piccoli e grandi, di manutenzione necessari per mettere in sicurezza la città.

Un giudizio completo sull’efficacia della scelta commissariale
potrà essere formulato però solo dopo aver avuto conoscenza del
DPCM di nomina del Commissario. fine di comprendere sia come verranno
gestite le procedure per il completamento dell’opera, sia i
rapporti con il Provveditorato interregionale alle opere pubbliche,
nonché come verrà delineato il necessario e delicato coordinamento
con i Commissari Anac.

In generale, occorre comunque ribadire che, fatte salve emergenze straordinarie come il MOSE di Venezia e il Ponte Morandi di Genova, non è comunque più accettabile che il Commissario straordinario sia ormai la scelta obbligata per aprire i cantieri e realizzare opere. Si può senz’altro derogare per “tagliare” i tempi – lunghissimi – di attraversamento delle procedure autorizzative “ a monte” della gara, sul modello del Commissario adottato per la tratta dell’Alta Velocità Napoli-Bari, ma è necessario salvaguardare il confronto concorrenziale.

Il Dott. Salmistrari si è poi soffermato, in particolare, su tre
profili critici attinenti il completamento dell’opera: il drenaggio
di risorse a scapito della manutenzione, i pagamenti alle imprese e
il problema della manutenzione dell’opera.

Riguardo al primo tema, negli anni l’attenzione si è concentrata soprattutto sulla realizzazione delle opere di regolazione delle maree, che hanno potuto beneficiare di importanti finanziamenti, a discapito delle opere, medie e grandi, di manutenzione necessarie alla sicurezza della città di Venezia e della Laguna. Ciò a conferma del fatto che l’esclusiva attenzione alle grandi opere ha determinato un vero e proprio drenaggio di risorse a discapito delle altre infrastrutture sul territorio, di dimensione più limitata, come più volte denunciato da Ance. Occorre invece garantire adeguate risorse a tutti i programmi di spesa, in particolare a quelli per la manutenzione e messa in sicurezza del territorio, che necessitano di finanziamenti ordinari costanti e certi nel tempo.

Sul profilo dei pagamenti, ha, quindi, rilevato come Le imprese
impegnate nella costruzione del MO.S.E. denunciano una lentezza
esasperante nei pagamenti a fronte di lavori regolarmente eseguiti.
Le procedure previste comportano infatti pagamenti alle imprese ogni
sei mesi. Ciò determina il mancato rispetto dei termini previsti
dalla Direttiva europea sui ritardi di pagamento oltre che gravi
conseguenze sull’equilibrio finanziario delle imprese. Occorre
quindi adeguare i tempi dei pagamenti alla normativa vigente.

Ha, infine, evidenziato come il completamento del MO.S.E., nonché
la sua piena operatività, porta con sé un problema cruciale per la
città di Venezia, quello della gestione e manutenzione
dell’infrastruttura stessa.

Un’esigenza immediata che riguarda le opere già realizzate,
che, essendo immerse nell’acqua di mare, devono ovviamente,
fronteggiare le conseguenze dell’ossidazione e delle infiltrazioni.

Il provveditore alle opere pubbliche del Triveneto, Roberto Linetti, a settembre 2018, ha quantificato in circa 80 milioni di euro annui il costo per il funzionamento del MOSE di Venezia e per la sua manutenzione. E’ quindi necessario da parte del Governo un impegno preciso affinché siano immediatamente individuate le figure e le risorse per garantire la corretta manutenzione dell’opera.

Occorre, altresì, compiere una riflessione per capire quali
azioni intraprendere nei prossimi anni per avviare il necessario
processo di adattamento al cambiamento climatico, che riguarderà sia
la capacità delle infrastrutture esistenti, compreso il MO.S.E., di
rispondere a tali cambiamenti, sia la necessità di introdurre un
approccio resiliente alla pianificazione urbanistica e alla gestione
del patrimonio architettonico che sia in grado di mettere in
sicurezza la città e di evitare ulteriori danni al sistema economico
sociale della Laguna e a uno dei patrimoni artistici e culturali più
importanti del Mondo.

L’articolo Realizzazione del MOSE di Venezia: audizione ANCE al Senato proviene da Unione Geometri.

Vai alla fonte.

Autore: Mauro Melis

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