Acqua, Imu, Tari: gli italiani evadono le tasse per circa 8 miliardi di euro. A pagare il conto sono i Comuni e le società che si occupano della gestione dei rifiuti urbani e/o erogano il servizio idrico, spesso controllate dalle stesse Amministrazioni comunali dove operano.
A dirlo è l’Ufficio studi della CGIA che ha stimato l’
evasione e le morosità degli italiani dopo aver elaborato gli ultimi
dati disponibili del Ministero degli Interni (per Imu-Tasi),
Laboratorio REF Ricerche, CRIF Ratings (per la Tari) e Utilitatis
(per l’acqua). Segnala il coordinatore dell’Ufficio studi della
CGIA, Paolo Zabeo:
“Se una gran parte di questi mancati pagamenti fosse recuperato, molto probabilmente ci sarebbe la possibilità di abbassare le tasse locali e le tariffe dell’acqua a tutti. Soprattutto nel Mezzogiorno che presenta un’incidenza sul mancato pagamento totale pari al 40 per cento: 10,5 punti in più della media registrata al Centro e 11 in più rispetto a quella del Nord”.
Nonostante l’evasione, il blocco degli aumenti dei tributi
locali avvenuto tra il 2015-2018 e il taglio ai trasferimenti dello
Stato centrale, i Sindaci hanno comunque trovato il modo di
compensare, almeno in parte, queste mancate entrate agendo sulle
tariffe locali.
“Con lo stop agli aumenti delle tasse locali avvenuto negli anni scorsi – dichiara il Segretario della CGIA Renato Mason – molti amministratori hanno comunque continuato ad alimentare le proprie entrate incrementando le bollette dell’acqua, le rette degli asili, delle mense e i biglietti del bus. E tutto ciò, senza gravare sul carico fiscale generale, visto che i rincari delle tariffe, a differenza degli aumenti delle tasse locali, non concorrono ad appesantire la nostra pressione fiscale, anche se in modo altrettanto fastidioso contribuiscono ad alleggerire i portafogli di tutti noi”.
Con la legge di bilancio 2020 le cose sono destinate a cambiare. La manovra, infatti, prevede la “Riforma della riscossione degli enti locali” che consentirà alle amministrazioni locali di recuperare i mancati pagamenti senza attendere i tempi di iscrizione a ruolo del debito o di predisposizione dell’ingiunzione.
“In buona sostanza – afferma il ricercatore dell’Ufficio studi Andrea Vavolo – dall’ 1 gennaio 2020 ai Sindaci servirà un solo atto, anziché due, ovvero l’accertamento e l’ingiunzione, per arrivare alla soluzione estrema: l’esecuzione forzata”.
Parliamo dell’atto unico di accertamento che – al pari di quanto
già oggi vale per l’Agenzia delle Entrate-Riscossione a livello di
tributi erariali – contiene in sé tutti gli elementi di titolo
idoneo anche al pignoramento del conto corrente o del quinto dello
stipendio.
Forte divario Nord- Sud
Secondo i dati del Ministero dell’Interno riferiti al 2016
(ultimo anno disponibile), a fronte di 22,1 miliardi di gettito
complessivo, la stima dell’evasione Imu-Tasi ammonta a 5,1 miliardi
di euro, di cui 1,87 miliardi sono ascrivibili ai proprietari degli
immobili delle regioni del Nord, 1,81 miliardi a quelli del Sud e 1,4
miliardi a quelli del Centro.
Per quanto riguarda la propensione all’evasione (o propensione
al tax gap 1 ) spicca il dato della Calabria pari al 43,2 per cento,
quello della Campania attestatosi al 38,5 per cento e quello della
Sicilia al 36,6 per cento. Le regioni più virtuose, invece, sono il
Piemonte (tax gap al 21,7 per cento), la Lombardia (20,6 per cento),
la Liguria (18,3 per cento) e l’Emila Romagna (tax gap al 17,8 per
cento) che è la regione dove la propensione all’evasione è la più
bassa in assoluto.
Anche per quanto concerne la stima dell’evasione della Tari,
invece, le differenze territoriali sono evidentissime. Secondo le
stime emerse dai dati del Laboratorio REF ricerche e CRIF Ratings, su
9 miliardi di gettito complessivo registrato nel 2018, il mancato
incasso a livello nazionale è stato di 2,1 miliardi di euro, di cui
poco più di 1 miliardo in capo ai cittadini/imprese del Sud, 817
milioni a quelli del Centro e 286 milioni di euro a quelli del Nord.
A livello regionale svetta la mancata riscossione per abitante del
Lazio pari a 121,8 euro. Seguono la Sicilia con 77,2 euro per
abitante, la Campania con 63,2 euro e la Calabria
La differenza tra le imposte che vengono effettivamente incassate
dalle amministrazioni locali e quelle che si incasserebbero in un
regime di perfetto adempimento spontaneo alla legislazione esistente.
I dati emersi nell’indagine condotta da Utilitatis, infine, ci
consentono di stimare la morosità del servizio idrico erogato agli
utenti domestici solo per ripartizione geografica. A fronte di una
spesa idrica complessiva delle famiglie italiane pari a 4,6 miliardi
di euro, ammonta a 364 milioni di euro la mancata riscossione
registrata a 2 anni dall’emissione della fattura, di cui 226
milioni di euro fanno capo alle famiglie del Sud (11 euro per
abitante), 80 milioni a quelle del Nord (3 euro per abitante) e 58
milioni a quelle del Centro (5 euro per abitante)
L’articolo Acqua, Imu, Tari: gli italiani evadono le tasse per circa 8 miliardi di euro proviene da Unione Geometri.
Autore: Mauro Melis
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